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L'importanza del Festival della Letteratura 2010




Riceviamo e pubblichiamo
 
La cultura non deve essere abbandonata

“Grazie con tutto il cuore agli amici di Lucera e a tutti quelli che possono dire io c’ero in quei giorni di settembre in cui il mondo pareva essersi fermato e sembrava migliore. Grazie per l’incanto.”
Giovanna Bandini

“…Meno male che  c’è Lucera nel mondo; meno male che colà si è potuto fermare il tempo per un piccolo lasso di tempo……meno male che Lucera c’è, nonostante pochi lo sappiano lì, e meno male che in essa convivano saggi senza arroganza e buoni senza alterigia, gente che tutto del tempo sa ciò che v’è da sapere……a Lucera sanno che il bene consiste in un istante di fortuna in cui alla letteratura resta molto da dire centro di affetto, luogo d’affetto della voce, della parola luogo della letteratura: il mondo - al fine e per pochi giorni – a Lucera.”  
Jesùs Bregante

"Quando un anno fa, settembre 2009, son stato a Lucera insieme a Lidia Ravera al Festival Mediterraneo, non conoscevamo la bellezza del paese né della manifestazione. Non avevamo aspettative. Non solo Lucera è bellissima, ma nella piazza gremita del centro storico dove giovani e meno giovani ci ascoltavano e dialogavano attivamente arricchendoci della loro energia attiva, ci siamo resi conto, Lidia e io, che questa manifestazione è molto, molto importante, Lo era per noi, lo era per il paese, lo era per la regione Puglia. Perché di Lucera, anche nei giorni seguenti, abbiamo avuto questa impressione e persuasione: che potrebbe essere il nuovo luogo per avere nel Sud un festival della letteratura, cioè della parola viva, della parola gratuita e piena (gratuita nel senso anche di grazia) come è stato per anni il "festivaletteratura" di Mantova. In fondi i due luoghi si assomigliano: entrambi centri storici decentrati dai principali assi stradali e ferroviari, bell e segreti, e soprattutto accoglienti e spaziosi, dove ogni cortile e piazza si presta a costituire l'alveo di un incontro, in una comunità pubblica di lettori e autori, una comunità di parole sottratte agli slogan e allo svilimento contemporaneo del linguaggio."
Beppe Sebaste, Roma

Ho voluto cominciare questa mia lettera da tre dei tanti autori che hanno partecipato al Festival della letteratura in questi 7 anni, voi mi chiederete perché? Perché essa è stata abbandonata dai contributi degli enti pubblici e quelli privati. E’ il grido di allarme che mi è giunto attraverso un tam tam dagli amici dell’organizzazione del Festival. Infatti la regione e lo sponsor maggiore sembra che abbiano tirato i remi in barca. Cosa fare? Bella domanda.
Se cerco di capire cosa, tempo fa, abbia portato a usare il denaro pubblico per sostenere la vita culturale della nostra città, mi vengono in mente due buone ragioni. Prima: allargare il privilegio della crescita culturale, rendendo accessibili i luoghi e i riti della cultura alla maggior parte della comunità. Seconda: difendere dall'inerzia, dall’apatia  e dall’isolamento la nostra cultura  per tramandare un certo grado di civiltà. Una di queste poteva anzi sicuramente è  Il Festival della Letteratura dell’associazione Mediterraneo è Cultura.

A queste due ragioni ne aggiungerei una terza, più generale, più sofisticata, ma altrettanto importante: la necessità che ha l’amministrazione di motivare i cittadini a riferimenti culturali forti. Nel difendere la statura culturale del cittadino, la città salva se stessa,  dall’ignoranza dall’inedia, dal vandalismo e dall’egoismo. Estendere il privilegio della cultura, rendere accessibili i luoghi dell'intelligenza e del sapere. Oggi non avrebbe più senso pensare alla cultura come al privilegio circoscritto di un'élite.
Il mondo della cultura e dello spettacolo, nel nostra città, è tenuto in piedi ogni giorno da pochi  volontari, io li definirei ausiliari della cultura, a tutti i livelli, che fanno quel lavoro con passione e capacità e con spirito di sacrificio. E’ giunto il momento di aiutarli con azioni concrete da parte di tutti e dalla amministrazione. Sembra un'utopia, ma l'utopia è nella nostra testa: non c'è posto in cui sia più facile farla diventare realtà.

Un vero e proprio balsamo culturale per un’isola a rischio di asfissia, dove si sono via via diradate manifestazioni anche storiche per progressiva disattenzione di platee pazientemente educate nel corso dei decenni, soprattutto in conseguenza alla mancanza di quei fondi in grado di dare continuità e visibilità necessarie alla sopravvivenza di qualsiasi iniziativa. Ora, un passo successivo, chiaramente da parte dei cittadini, potrebbe essere aiutare questa agonia.
Non facciamo morire, come già successo per il premio Bozzini, l’Accademia Musicale, il Corteo Storico etc., anche il Festival della Letteratura.
Apriamo una sottoscrizione e rendiamo garante questo web.

Grazie Elena Maria Assunta

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