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11 Settembre: riflessioni




Sono trascorsi quattro anni da quando le Torri gemelle di New York subirono un attentato di una portata fino ad allora inimmaginabile. Col tempo, quell'attentato ci fece comprendere, con bruciante verità, non solo la fragilità di questa società, ma anche la debolezza degli "ideali", primo fra tutti quello di un mondo unito dove può esistere una comunione di gente e di religioni. Troppi e troppo forti sono gli interessi che muovono il mondo perché i governanti, o il semplice individuo, scelgano l’ “ideale”: la realtà è così forte che spinge le azioni verso altre direzioni. Quindi cosa si fà? La risposta è complessa e richiede una seria discussione di carattere politico, economico e religioso che non è il caso di fare adesso; ma per noi semplici cittadini, tutto questo in cosa si è tradotto?  Bè, abbiamo iniziato a vivere con uno spirito diverso da quello di un pò di tempo fa; ci siamo scoperti più fragili e vulnerabili; abbiamo scoperto che la guerra può essere oltre che di difesa e di conquista anche preventiva. Preventiva?? Può una guerra essere preventiva? Qualcuno scrisse, è vero, che la miglior difesa è l’attacco, ma qualcun’ altro scrisse anche che il vero vincitore di una battaglia è colui che riesce a sottomettere le truppe senza dare battaglia (Sun-tzu:  “L’arte delle guerra”):quest’ultima è una perla di saggezza di cui si dovrebbe far tesoro. In conclusione, tutto ciò ci porterà a chiuderci sempre più nel ‘nostro’ piccolo mondo in cui faremo i nostri interessi e di tanto in tanto, quando la nostra coscienza ci farà sentire la sua voce sempre più debole, faremo della beneficenza, compiremo buone azioni. Questo basterà a farci ricordare che gli ideali esistono e che, nel nostro piccolo, per un attimo ne teniamo conto, ma poi basta. Ci attende il “nostro” piccolo mondo.  

Maria C.

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