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Incendi della pineta lucerina, tristi riflessioni di un cittadino




Riceviamo e pubblichiamo
 
Puzza di bruciato. C'è uno strano tanfo se si esce fuori. La pineta comunale arde, il castello piange infastidito dal fumo che in meno di 24 ore lo ha letteralmente accerchiato. Chiudere le finestre è impossibile. La temperatura dell'aria tocca i 37°. Sono solo le 10.30 del mattino. Quell'acre sapore di alberi, piantagioni, sterpaglie e aghi di pino bruciati come se non bastasse s'aggiunge al penetrante fetore di letame che tedia notte e dì questa città. E' circa mezzogiorno, il fumo sta svanendo, sul posto ci sono gli ultimi focolai. In cielo si vede un aereo di colore giallo. È quello della protezione civile, spegne gli incendi. Spegne un incendio scoppiato  per autocombustione, insinua qualcuno. Peccato che l'autocombustione si sia verificata in zone di bosco dove ci sono solo aghi di pino, ad una brevissima distanza temporale in due zone diverse, senza considerare quello del giorno precedente, e abbia avuto tutto il tempo di devastare completamente l'intera area della pineta del colle Albano in meno di 24 ore.
La notizia turba e fa rabbia ma sicuramente non sorprende. È da circa un mese che i tentativi di incendio si susseguono impediti solo da sfavorevoli condizioni meteo. Sarebbe bastato eliminare la sterpaglia o più semplicemente creare delle precesi tagliafuoco oppure mettere in funzione le telecamere o, addirittura, considerato il fattore rischio, predisporre del personale di sorveglianza. Queste misure, secondo gli amministratori e anche secondo qualche autorevole testata giornalistica, sono state adottate. La realtà è diversa. Lo dimostrano i fatti. L'avrebbe potuto notare anche un comunissimo jogger, frequentatore di villa comunale e pineta. Di ciò che è stato sbandierato non più di un mese fa dall'assessore al ramo non s'è vista neanche l'ombra. Nemmeno dopo il primo incendio, verificatosi nel pomeriggio di lunedì 22, si è pensato a salvaguardare ciò che rimaneva del bosco. Il secondo incendio, partito martedì 23 mattina, appiccato in più punti, si è diffuso velocemente senza trovare il minimo ostacolo.
Anche chi perde senza accorgersene il portafogli dalla borsa, nelle uscite seguenti, la prima cosa che controllerebbe è quella di aver chiuso la borsa stessa. È logica...o diligenza. La diligenza media che certamente non caratterizza chi compie il gesto ma che sicuramente non distingue chi non fa nulla per impedirlo.
Questo potrebbe essere il racconto di una giornata iniziata male, martedì 23 agosto.
Purtroppo una giornata come tante altre nella città federiciana, ormai.
Probabilmente c'è qualcuno, nella città di Lucera, che crede che prima o poi tutti si abitueranno al fatto che la fortezza di città scomparirà annerita o scivolerà via con una frana provocata dalla totale assenza di alberi sul colle e i cittadini sorrideranno della loro città letamaio, vantandosi e  credendo di avere in paese la solfatara più estesa d'Europa. Inutile dirgli che si sta sbagliando.
   
Biagio De Maso

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