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A Lucera, il compositore e musicista Allevi, ha toccato le corde del cuore dei suoi spettatori


Allevi durante il Concerto a Lucera
Allevi mentre suona
Allevi mentre rilascia autografi alla stampa


Quella di Giovanni Allevi è musica per sognatori, per persone con una forte predisposizione alla poesia, alla creatività. Allevi le fa entrare nel suo mondo, per poi farle completare da sole la sua musica col loro vissuto.
Il concerto di Lucera, curato dell’agenzia Idea Service Spettacoli, del 27 agosto 2011, sullo sfondo dell'Anfiteatro romano, ne è stato una conferma. Sotto il cielo lucerino, rigato di tanto in tanto da stelle cadenti, è salito sul palco l’astro lucente di Allevi, quasi un “alieno”, venuto da un altro mondo, che ha accarezzato l’aria con le sue calde note e ha toccato le corde del cuore dei suoi spettatori.
 Il pianista e compositore italiano ha presentato «ALIEN TOUR 2011», l'ultimo album di inediti di pianoforte solo (Bizart/Sony Music) uscito lo scorso 28 settembre e già disco d’oro. «Gli Alieni siamo noi  che con la nostra sensibilità, cerchiamo lampi di poesia tra le pieghe dell’esistenza quotidiana. Rifiutando l’omologazione, affermiamo con delicatezza la nostra unicità, facendo della vita un’opera d’arte. E’ la musica che ci permette di guardare il mondo con occhi nuovi, tanto da riscoprire l’incanto in ciò che ci circonda, fino a sentirci alieni circondati da alieni». - Giovanni Allevi.
Allevi, tanto tenace eppure vulnerabile senza il suo pianoforte, risulta un personaggio sconvolgente, perché ha saputo trovare la sua forza nella propria fragilità, ha saputo superare i limiti umani, sublimando l’infinito sul pentagramma, ne sono testimonianze pezzi quali «L’orologio degli dei», parabola della vita dell’uomo dalla nascita fino all’inesorabile morte, o come «Back to life», un ritorno alla vita per risorgere dalle proprie ceneri come l’araba fenice.
Ha scritto un suo spettatore: «Non so se sia bello sentirsi in qualche modo simile a lui. Non so se sia bello non sentirsi per nulla simile a lui. Non riesco a capire se questa tenera e profumata fragilità che Giovanni Allevi emana tanto affascina perché appartiene ad un altro, perché è temporanea o se realmente come per una rosa la fragilità attira e piace. Non lo so». Evidentemente «la fragilità del cristallo non è una debolezza ma una raffinatezza». (Carine McCandless).

Selene Di Giovine

 
 

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