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Fuochi di artificio tra il sindaco Dotoli e l’ex comandante Amorico


Il sindaco Pasquale Dotoli
Il comando dei vigili urbani di Lucera


Il fuoco di artificio acceso tra il SIndaco Pasquale Dotroli e l’ex comandante dei Vigili Urbani Beniamino Amorico è stato incendiato. Come  anticipato, quest’ultimo non poteva stare a guardare e sottostare alla condizione poco dignitosa imposta dal primo cittadino, col quale da tempo aveva rapporti non proprio amichevoli o, come si dice, di tranquillo rapporto istituzionale.  Erano tanti gli elementi che facevano preludere alla tempesta, che puntualmente ha investito  entrambi. Perché è vero che la prima mossa è stata dal numero uno di Palazzo Mozzagrugno, ma dietro le quinte si sospettava che anche l’ex comandante stesse preparando un affondo clamoroso, che forse sarebbe finito direttamente nelle stanze della Procura della Repubblica. E dietro le quinte si dice anche che Dotoli avrebbe anticipato la mossa per mettersi dalla parte di colui che, partendo in contropiede, intende dimostrare di avere tutta la ragione dalla propria parte. Per bel po’ assisteremo alla triste commedia delle torte in faccia, nel senso che entrambi i contendenti metteranno in fila tutte le loro ragioni, non proprio esaltanti, per far pendere la bilancia dalla propria parte. Senza entrare nel merito della vicende che hanno portato alla rottura – vicende che probabilmente conoscono solo i due soggetti in contesa – la domanda che la gente si fa è: era proprio inevitabile giungere ai ferri corti?  Non si poteva trovare una soluzione attraverso una più attenta collaborazione a livello istituzionale? E’vero che il comandante è pur sempre un dipendente comunale, ma è pur vero che il suo ruolo all’esterno lo colloca come principale collaboratore di Palazzo Mozzagruno.
La città non esce bene da questa vicenda. Non escono bene neppure i duellanti, che di certo hanno delle responsabilità cui non potevano sottrarsi nel momento in cui erano in gioco le sorti collettive, quelle appunto che, con ruoli diversi, i due avrebbero dovuto tutelare. Da quelle che emerge sembrerebbe che sia stato innestato nel rapporto uno strano gioco di dispetti, che è passato attraverso questioni che sarebbero dovute volare alto, posto che non andavano ad intaccare interessi personali. Ragione quest’ultima che induce alcuni nuovamente a domandarsi:” Non poteva essere evitata questa querelle”? Ovviamente, ciascuno si difende come può, portando sinanche a considerare un eventuale reato di mobbing, che francamente sarebbe uno stato del tutto particolare, tenuto conto dello speciale rapporto collaborativo che sarebbe dovuto intercorrerre tra i due. Questo mobbing ormai va a finire in tutti i piatti e in tutte le salse, per cui bisogna stare attenti anche al rischio che si corre salutando più di una volta una persona, specie  con particolare affetto e riconoscenza! Ultima considerazione: il provvedimento di revoca del Sindaco è controfirmato dal segretario generale dottor Filippo Re, il quale non è uno sprovveduto, avendo alle spalle  un retroterra professionale di tutto rispetto e, quindi, in grado di fronteggiare anche situazioni delicate. Per di più il dottor Re conosce bene la situazione lucerina, perché vive a Lucera ed è qui che è stato a anche assessore.
Riflessione: se il segretario comunale ha ritenuto di condividere la responsabilità del decreto dovrebbe poter dire vuol dire che ci sarebbero i presupposti di legge a sostegno. Diamo per certo che Dotoli si sia consultato approfonditamente con il dottor Re e, riteniamo, anche con il suo staff legale. Quello che forse è mancato tra i due è stato la mancanza di un anello intermedio di burocrazia, nel senso che probabilmente i rapporti tra il Sindaco e l’ex comandante non hanno avuto un filtro rappresentato dallo stesso assessore al ramo e da quanti dialogano in genere in questo specifica comparto. Ancora una volta Dotoli si è trovato da solo in mezzo ad una tempesta per la quale ci ha messo qualcosa di suo, ma che forse rinviene da una gestione amministrativa e politica complessiva alquanto approssimativa . Come è confermato anche dall’apparente pasticcio delle ferie, che andavano comunicate per tempo e che hanno impedito all’ex comandante di prendere servizio alla data indicata dal decreto (1 ottobre e poi fatta slittare al 26).  Fate voi!

Antonio Di Muro

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