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Sulla festa della Repubblica, il messaggio del sindaco Dotoli e la poesia di Zolla




Il messaggio del Sindaco Dotoli per la festa della Repubblica 
  
Sessantotto anni fa, il 2 giugno 1946, è nata la Repubblica italiana. Quella giornata storica, che ha visto la proclamazione dello Stato repubblicano, si è compiuta nel segno del voto libero e partecipato. In quella temperie storico-sociale l'espressione del consenso popolare fu straordinariamente viva e vitale, forse più di quanto non sembri esserlo ora.
 
Da allora abbiamo contratto un grosso debito di riconoscenza nei confronti delle generazioni, che hanno scandito il trapasso dagli anni del conflitto bellico a quelli del dopoguerra. È stato, quello, un cammino graduale e progressivo per la ricostruzione, sia morale, sia materiale del Paese. Il suo valore è stato assoluto: gli Italiani esprimendosi sul referendum istituzionale a suffragio universale ebbero la possibilità di compiere un primo e vero atto di democrazia.
 
Dovremmo ricordarcene più di frequente. Dovremmo farlo oggi, soprattutto, che recarsi alle urne per una consultazione, amministrativa o politica, è un diritto acquisito. Se il passato ci ha regalato il sapore di una democrazia giovane e libera, il presente ed il futuro donino al Paese forme democratiche sempre più sane e mature. Non certo perché ce lo chiede l'Europa ma perché lo vuole l'Italia.
 
Dalla Casa Comunale 2 Giugno 2014
Il Sindaco Pasquale Dotoli
 
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POESIA - PASQUALE ZOLLA

Ma l’ombra di separatisti veneti e lombardi, con promesse di miracoli per tutti gli abitanti di dette regioni, sembra voler ammainare il caro Tricolore!
Svegliati, Popolo Italiano, e manda al diavolo chi ti sfrutta per scopi propri!
La festa della Repubblica Italiana viene celebrata il 2 giugno di ogni anno.
La data è stata scelta perché, proprio tra il 2 e il 3 giugno 1946, si tenne il referendum con cui gli Italiani, dopo 85 anni di regno della dinastia Savoia, di cui 20 di dittatura fascista, scelsero di far diventare l’Italia una Repubblica costituzionale, abolendo la monarchia. I risultati ufficiali furono annunciati il 18 giugno: 12.718.641 furono i voti per la Repubblica e 10.718.502 quelli per la monarchia; 1.498.136 furono le schede bianche o nulle.
La festa della Repubblica venne celebrata ufficialmente per la prima volta nel 1948 e si festeggiò il 2 giugno fino al 1977, quando a causa della crisi economica fu stabilito che venisse festeggiata ogni anno la prima domenica di giugno.
Il 2 giugno fu poi ristabilito, insieme alla celebrazioni, dal secondo governo Amato con una legge del novembre 2000, grazie anche all’iniziativa dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Repubblica: bene di tutti e di ciascuno; egualgianza tra tutti i cittadini di fronte alla Legge (ma spesso i governanti pensano solo a se stessi!) per contribuire tutti alla prosperità generale e vivere in libertà e secondo giustizia senza IO SONO!
Purtroppo nei meandri dei Palazzi ove si governa (Enti locali, regionali, provinciali, camera e senato) non sempre si tiene presente il significato di Repubblica! Anzi si cerca, vedasi alcuni ciarlatani deputati del Veneto e della Lombardia, di separare ciò che è stato unito col sangue da tanti valorosi giovani che si sono sacrificati per darci libertà, giustizia, pace e unità!
Saremo capaci di mandare al diavolo questi ciarlatani che si ritengono i profeti di una nuova Repubblica?
Oggi abbiamo solo chiacchieroni che promettono monti e mari, ma poi pensano sempre e solo a se stessi.
Italiani torniamo a stringerci intorno al caro Tricolore affinché possa sempre sventolare dalle Alpi alla Sicilia per darci quella pace che cresce solo se gli uomini imparano a stare insieme.

                                           Pasquale Zolla

U Trekulóre: simmele de lebbertà è unetà
Italje, Mamme jeneróse, fòrte,
unite: l’hè sapè amà è ppurtà
respitte tenènnele nd’u kóre tuje
pe sèmbe. Ȯgge, duje de giuggne,
fèste d’a Repubbleke Italjane
svendulà facime sóp’è bbalekune
u Trekulóre, pure si nd’i stanze
d’i palazze d’i vettune aggirene
separatiste vinete è llumbarde
kè angóre ‘na vóte accidene,
cchjù d’i ccètte d’i bbóje, i uagghjune
ka hanne saggrefekat’a vita lóre
pe ddarce nu Pajése libbere
è kujéte. D’è kòppe nnevate
d’u nòrde d’Italje a’ Cecilje
strengimece nda nu pòpele sule
è a Kapecifere manname
tutte kuille ka ce vònne separà
pekkè l’unjòne a fórze face
è a tuttekuande kujéte dace!

Il Tricolore: simbolo di libertà e unità
Italia, Madre generosa, forte,
unita: La devi saper amare e portare
rispetto tenendola nel tuo cuore
sempre. Oggi, 2 giugno,
festa della Repubblica Italiana
facciamo sventolare sui balconi
il Tricolore, anche se nelle stanze
dei palazzi dei bottoni si aggirano
separatisti veneti e lombardi
che ancora una volta uccidono,
più delle lame dei boia, i giovani
che hanno sacrificato la loro vita
per darci un Paese libero
e in pace. Dalle cime innevate
del nord d’Italia alla Sicilia
stringiamoci in un solo popolo
e al diavolo mandiamo
tutti coloro che vogliono separarci
perché l’unione fa la forza
e a tutti pace dona!
      Pasquale Zolla

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