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Vangelo della Domenica: “..chi vuole guadagnare la propria vita…la deve perdere”




 XXII per annum A – “..chi vuole guadagnare la propria vita…la deve perdere”.
La Parola di Dio che oggi ascolteremo ci propone la seconda parte del capitolo XVI: dopo aver ricevuto la professione di Pietro circa la sua identità messianica, e dopo aver posto Pietro come fondamento della sua Chiesa, Gesù inizia a parlare del compimento della sua missione. A Gerusalemme si sarebbe compiuto, nella sua obbedienza, il progetto di amore della Trinità sull’umanità. Qui i discepoli non riescono ad accettare questa logica di morte e sofferenza, di donazione e di offerta per il bene del mondo. Sembra assurdo poter e dover perdere la vita per gli altri. Gesù con grande pazienza richiama tutti alla sequela,…”mettiti dietro a me”, e chi vuole essere “dei suoi” deve imparare dal Maestro a donare la propria vita…solo così la si potrà guadagnare davvero in pienezza.
Non basta riconoscere Gesù come Signor e Salvatore, come tesoro o perla preziosa, come Signore del male e lievito nascosto nella vita del mondo. Dopo averlo riconosciuto e accolto come Signore bisogna avere il coraggio di seguirlo. Avere il coraggio di imparare donare la vita come ha fatto Lui. Questa è la croce della sequela; la croce della coerenza; la croce del coraggio di affermare i valori del Vangelo, contro la superficialità di questo mondo; questa la croce di vivere in pienezza la nostra vita scegliendo di perdonare, comprendere, accogliere, ricominciare di nuovo nonostante i fallimenti e le povertà della nostra vita.
Possiamo dire che stare dalla parte di Gesù vuol dire scegliere di vivere una vita in perdita. Il mondo non comprende questa logica. Dovremmo imparare a saper morire al nostro egoismo, alla nostra superbia, alla nostra presunzione, ai nostri titoli, alle nostre sicurezze, scegliendo la strada di Gesù. La strada che Lui ci propone è stretta e difficile perché è la strada del sacrificio. Ma quando doniamo, amiamo, comprendiamo, aiutiamo, risolleviamo il fratello, anche a scapito dei nostri interessi e dei nostri tornaconti, allora si che la nostra vita è davvero piena di senso, bella da vivere fino in fondo. Questa è una logica da pazzi… Eppure mi basta un sorriso e un grazie di un fratello amato per amore di Gesù che mi riempie più di ogni altra umana soddisfazione. 
Un gesto semplice o impegnativo, per il quale riesco a superare il mio egoismo, le mie comodità, i miei calcoli, questo sì che mi fa sentire discepoli di Gesù. Egli ci ha amati dalla croce e, mentre tutti lo abbandonavano, lo giudicavano perdente, lo umiliavano e gridavano al non senso scandaloso di una vita sprecata così, Egli invece vinceva e ci insegnava che solo così si ha vita, e solo così si ama davvero, solo così si redime….
Che faccio? Mi metto dietro a Lui? Mi decido davvero per Gesù? Sono pronto a imparare a donare-perdere la mia vita per Lui? Signore non allontanarmi, ma “rimettimi” dietro a te, per imparare….

don luigi tommasone
www.parrocchiasangiacomo.org

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