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Francesco Serio: Dumas figlio e La Traviata


Una scena de La Traviata


In un articolo di qualche tempo fa si è cercato di fare chiarezza tra Alexandre Dumas “padre” e Alexandre Dumas “figlio”.
Il “padre” ha scritto così tanti libri che è quasi impossibile elencarli tutti e non risultare pedanti o incompleti. L’elenco che segue tiene conto di quelli più famosi: “I tre moschettieri”, “Vent’anni dopo”, “Il visconte di Bragelonne”, “La Regina Margot”, “La Sanfelice”, “Le confessioni di una favorita”, “La collana della regina”, “Il conte di Montecristo”.
Il “figlio”, anch’egli prolifico ma non quanto il “padre”, ha scritto fra gli altri romanzi: “Démi-Monde”, “L’amico delle donne”, “Le idee della signora Aubray”, “La moglie di Claudio”, “Francillon”.
Per tutto il mondo, e per noi italiani in particolare, Alexandre Dumas “figlio” è noto soprattutto per il suo romanzo “La signora delle camelie” dal quale Francesco Maria Piave trasse il libretto de “La Traviata” di Giuseppe Verdi.
Perché si comprenda quanto essa sia famosa è sufficiente riportare i dati pubblicati da “Operabase” nel 2013 dai quali risulta che “La Traviata” è l’opera più rappresentata al mondo nelle ultime cinque stagioni.
Essa, è bene ribadirlo, è il risultato del connubio della produzione letteraria di un grande romanziere francese e di un grande musicista italiano.
Per chi lo ignorasse “La Traviata” è un’opera in tre atti e si inscrive nella “trilogia popolare” assieme a “Il trovatore” e a “Rigoletto” sempre di Giuseppe Verdi.

La sua composizione musicale e la vicenda sono altrettanto romanzeschi quanto la storia dei due autori: Dumas e Verdi.
Fu composta sul lago di Como nella villa degli editori Ricordi a Cadenabbia. La prima rappresentazione avvenne al Teatro La Fenice il 6 marzo 1853. A causa di interpreti non all’altezza, ma verosimilmente a causa del soggetto allora considerato scabroso, si rivelò fiasco clamoroso. In breve “La Traviata” narra la vicenda di una prostituta, Violetta, che si innamora ricambiata di Alfredo. Purtroppo, in un clima di acuto dolore edulcorato dalla delicatezza e dalla purezza dei sentimenti, la tisi ucciderà Violetta.
“La Traviata” fu riportata in scena il 6 maggio dell’anno successivo a Venezia al Teatro San Benedetto nella versione attuale e con interpreti più validi; ma soprattutto fu diretta dal compositore medesimo. Manco a dirlo, essa ottenne il meritato successo.
A causa della critica alla società borghese, l’opera, nei teatri di Firenze, Bologna, Parma Napoli e Roma, sempre a causa del soggetto, fu rimaneggiata e messa in scena con alcuni pezzi rielaborati o addirittura stravolti. Anche l’ambientazione fu trasposta dal XIX al XVIII secolo.
A dispetto di divieti e di censure “La Traviata” è l’opera più conosciuta al mondo.

Francesco Serio

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