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A Foggia, un altro modo di fare l’esame all’università




Foggia. Un altro modo di fare l’esame all’università: è quanto accadrà nell’aula magna del dipartimento degli studi umanistici di Foggia, in Via Arpi 176, giovedì 21 luglio a partire dalle 16. Un gruppo di studenti del secondo anno di Scienze della formazione e dell’educazione che hanno frequentato le lezioni del corso di didattica generale della professoressa Laura Marchetti, rivisiterà il Simposio di Platone come prova di esame. Il titolo dell’iniziativa, dal titolo «Sulle tracce di un Maestro», nasce dal tentativo di riprodurre «un’ora di lezione» dal basso, fuori dalla cattedra e dai banchi, e che permetta di sperimentare competenze significative come l’empatia, l’autoriflessione e la cooperazione. È per questo che ognuno dei partecipanti si è messo in gioco sperimentandosi come attore, musicista, scrittore, ballerino, cuoco, costumista e tanto altro.

Platone, con il suo «Simposio», farà da mentore. La sua è l’ora di lezione più originale, scandalosa, erotica. Non solo perché il tema è l’Eros, ma perché esso è il metodo didattico tra maestro e allievo. La rivisitazione-esame tratteggia anche elaborazioni frutto di studio degli altri testi alla base del corso di Didattica generale, «L’ora di lezione. Per una erotica dell’insegnamento», di Massimo Recalcati, «La pedagogia degli oppressi», di Paulo Freire, «Eros e civiltà» di Herbert Marcuse e «Oltre la mente coloniale. Allegorie d’infanzia, d’arte e d’amore» di Laura Marchetti e del film, anch’esso testo di esame, «Il Vangelo secondo Matteo» di Pier Paolo Pasolini.

«Abbiamo scelto – commentano i protagonisti del corso – di rivisitare il «Simposio» perché ci è sembrato un modo più efficace di fare ricerca, elaborare i contenuti del corso e fissarli. Ci siamo concentrati a indagare la didattica, il metodo didattico, la didattica erotica fra maestro e allievi a partire dal maestro di Paltone, Socrate, un grande maestro: creativo, disobbediente, ucciso dal potere e perseguitato, ma non pentito. Mai pentito. Socrate è maschio ma fa un mestiere da donna: è un ostetrico, “fa partorire” le idee generate nell’amore per la conoscenza. Socrate dialoga, perché, sebbene grande filosofo, “sa di non sapere”, non ha in tasca la verità: la verità non è infatti autoritaria, ma democratica e condivisa».

«Socrate – aggiunge il gruppo di studenti che affronterà l’esame-speciale – paga in prima persona per dire questo aspetto antiautoritario della verità. Per questo lo abbiamo paragonata a Cristo, un altro grande maestro, scandaloso nel distruggere stereotipi e false convinzioni. Cristo, un Cristo universale che può piacere anche agli atei o ai marxisti, il Cristo dei poveri Cristi che abbiamo visto ne “Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini, non ha ironia, non ride, se non ai bambini. I bambini, come in un film neorealista, lo guardano e lui li guarda per dire il mondo nuovo, la buona novella anche ai “piccoli”, ai poveri, agli ultimi. Pratica perciò “una pedagogia degli oppressi”, per citare il libro di Freire che è stato un altro testo studiato».

«Vuole amore – conclude il gruppo di studenti della professoressa Marchetti – la pedagogia degli oppressi, dice Freire. Vuole la liberazione dall’oppressore che è dentro di sé. Per questo ci è stato utile comprendere la grande lezione della psicoanalisi, tramite Marcuse e Recalcati, modello didattico di autoconoscenza per scardinare dentro di sé barriere, fisiche e mentali, fili spinati e ogni altro tipo di orribili muri. Noi vogliamo rompere i muri». Alla manifestazione è stato invitato il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Foggia, Maurizio Ricci e il direttore del Dipartimento Studi Umanistici, Marcello Marin. L’invito è aperto a tutta la cittadinanza.

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