Costituito a Lucera il Comitato per il 'No alla Riforma costituzionale'
Il Comitato per il No alla Riforma costituzionale voluta dal Governo Renzi si è ufficialmente costituito a Lucera, martedì 19 luglio, nella sede di Piazzetta Ar, come indicato dall'iniziativa di Anpi e Arci. L'Assemblea ha affidato a Giuseppe Trincucci e a Pasquale Trivisonne il ruolo di coordinatori. Nel corso dell'incontro, i cui partecipanti, giovani e meno giovani, fanno riferimento alle diverse sensibilità delle forze progressiste e antifasciste, sono stati stabiliti i termini di intervento, per far valere le ragioni del No, nel dibattito in atto attorno al Referendum istituzionale che, in autunno, senza quorum, confermerà o meno il quadro della Riforma.
La Costituzione italiana non ha bisogno della Riforma Renzi-Boschi - è stato detto -. Non ha bisogno di una riforma fatta nel modo che il Governo ha ispirato e non è accettabile che di essa si sia occupato un Parlamento, in cui, tra l'altro, non vi è stata ampia convergenza, costituitosi a seguito di una tornata elettorale passata ancora una volta attraverso il Porcellum, cioé la legge elettorale dichiarata incostituzionale, in alcuni suoi aspetti. Per i relatori, il Parlamento attuale avrebbe dovuto fare solo poche, urgenti cose e varare una nuova legge elettorale per riportare gli italiani alle urne. Ma, al di là di questa premessa, gli intervenuti hanno rimarcato come, in particolare, la riforma, scritta molto male, presenti diversi punti di confusione e non permetta di superare il bicameralismo. Perplessità sono state espresse anche per quanto riguarda il taglio ai costi della politica con la riduzione del numero dei senatori.
La discussione non poteva evitare di toccare l'argomento Italicum, la controversa legge elettorale che, "per garantire la governabilità", assegna un premio di maggioranza alla lista capace di raggiungere il 40% al primo turno o che vince al ballottaggio. Volendo fare un paragone, ricordiamo che la legge elettorale del 1953 voluta dal Governo di Alcide De Gasperi - passata alla Storia come "Legge truffa" - secondo alcuni, definita tale dalle opposizioni dopo le durissime battaglie parlamentari, prevedeva l'assegnazione di un premio di maggioranza alla lista o ad un gruppo di liste in grado di conseguire il 50% più uno dei voti. Tuttavia, nelle elezioni politiche di quell'anno, il 50% non fu superato e la "Legge truffa" fu in seguito abrogata. Per quella legge, a vincere, cioé, sarebbe stata, comunque, una maggioranza (che poi prendeva anche il premio) e non una minoranza come potrebbe succedere con l'Italiacum di Renzi. Italicum, che nel combinato disposto con la Riforma costituzionale, potrebbe portare a effetti distorsivi sulla democrazia italiana, assegnando troppo potere all'Esecutivo.
Il Comitato per il No si farà promotore di iniziative ed organizzerà incontri per esaminare e denunciare tutti i risvolti negativi della Riforma.